Lo sapevi che…

Don Giovanni è il simbolo di un erotismo che sfida la società del suo tempo -la Spagna del XVI secolo – per questo il suo comportamento è spregiudicato, trasgressivo, spesso volgare. Esprime nel modo più semplice un erotismo che si è laicizzato, che ha perso i suoi valori sacrali: le sue simbologie, le sue ritualità sono assolutamente profane, circoscritte alla dimensione mondana del godimento intenso, rapido e presto dimenticato.

 Nell’ambito della letteratura cristiana, viene considerata “poesia erotica” il Cantico dei Cantici, contenuto nella Bibbia. Racconta in versi l’amore tra due innamorati, con tenerezza ma anche con un ardire di toni ricco di sfumature sensuali e immagini erotiche. Ciò non pregiudica affatto il carattere sacro del Cantico, in quanto l’amore erotico dei due amanti, per l’autore del testo, ha origine divina, come si può ricavare da Ct 8,6: “Una fiamma di Dio/del Signore”. È questo forse il messaggio principale del Cantico: l’amore tra uomo e donna, in tutte le sue dimensioni, quando è capace di recuperare l’originaria relazione col Creatore, ha una forza superiore a quella della morte, e libera l’essere umano dalla sua paura; i due amanti ripristinano quindi la condizione edenica di Adamo ed Eva, che prima del peccato originale vivevano una relazione perfetta tra loro e con Dio.

Un esempio di commistione tra erotismo e ideologia nella letteratura…
Sotto l’espediente erotico della mandragola (una specie di fantasioso Viagra per le signore dell’epoca), Machiavelli, nell’opera che si intitolava appunto La mandragola (1518), costruisce una trama che deve portare all’unificazione dell’Italia tramite l’unione – qui anche sessuale, per rendere esplicita la metafora – dei ceti e delle classi sociali.

È proprio vero che l’idea di erotismo cambia nel tempo… Ad esempio il film erotico “Ultimo tango a Parigi”, del maestro Bernardo Bertolucci dopo la sua prima proiezione in Italia (1972) fu sequestrato per “esasperato pansessualismo fine a se stesso”. In seguito a questa e ad altre denunce, cominciò un iter giudiziario che si concluse nel 1976 con la condanna del regista, di Alberto Grimaldi (il produttore) e di Marlon Brando a quattro mesi di reclusione con la condizionale, oltre al sequestro e alla distruzione di tutte le copie della pellicola! A distanza di quindici anni, nel 1987, la censura riabilitò il film, permettendone la distribuzione nelle sale.