Esiste, ed è anche ben tratteggiata la differenza tra fare l’amore e fare sesso. C’è anche addirittura, chi divide il fare sesso, dal fare l’amore a seconda della persona che stringe tra le braccia.
Peggio c’è anche chi usa questa separazione per separare e caratterizzare le donne in troie e spose. E chi credeva, o si illudeva che queste opinioni appartenessero solo ad un modo di pensare superato e retrogrado, purtroppo, era solo vittima di un malinteso.
Ci sono molti uomini che applicano con metodo questa pratica di divisione e selezione, com’era d’uopo fare ormai parecchi anni or sono, con l’apparente differenza di non farne un vanto, o meglio, di non dichiararlo apertamente.
Lasciando da parte – seppur con inquieto rammarico – gli aspetti per così dire, che attengono alla moralità del dividere il fare l’amore dal fare sesso, prendiamo in esame solo quelli sensuali, ovvero quelli direttamente collegati a voglie e desideri, senza accendere l’ennesima polemica su argomentazioni piccole e bigotte e davvero poco legate all’eros.
Partiamo da un commento all’articolo sul turpiloquio sensuale Imparare a scindere il fatto di ” fare sesso ” dal ” fare amore ” anche con la stessa persona è necessario per poter vivere la sessualità liberatoria e soddisfacente.
Visto che, volenti o nolenti, allora questa divisione esiste, impariamo ad usarla a nostro favore. Doverosa premessa all’argomento, è che non serve rinunciare al piacere del fare l’amore, alla complicità affettiva, “fare sesso” non significa togliere dallo stare insieme qualcosa, semmai arricchirlo di provocanti situazioni, di spunti trasgressivi e di tutti quei desideri che attengono direttamente alla fisicità. In rapporti che durano da tempo potrebbe essere anche un modo di imparare a raccontarsi di nuovo a livello sensuale, per scoprirsi e aggiungere pepe a quello che spesso è diventato un ménage un po’ troppo tranquillo.
La prima mossa da fare, per introdurre nella nostra sensualità, la modalità “fare sesso” potrebbe essere quella di diventare più audaci, prendere l’iniziativa e chiarire fin dai preliminari che le usuali lusinghe questa volta non attaccano. Si possono rifiutare giocosamente le solite carezze e passare direttamente all’azione, oppure si potrebbe decidere di concedere la realizzazione di quel desiderio trasgressivo del partner che eravamo riuscite con arte a procrastinare fino ad ora.
Impariamo allora a dire di sì, a provare nuove sensazioni, a creare i presupposti per introdurre la trasgressione nel rapporto. In modalità sesso, bisognerà cedere alle libidini, ed abbandonare, o almeno lasciar momentaneamente stare, tutto quanto attiene a termini come decoro, decenza e soprattutto contegno. Scordarsi ogni remora, lasciarsi andare alla passione, seguire pulsioni, conoscere o ritrovare tutti gli aspetti più fisici della sessualità, ma soprattutto dimenticare una volta per tutte la frase: “ cosa penserà di me”.
E’ infatti più la paura di mostrarsi troppo audaci che l’ assenza di coccole, che impedisce a molte donne di giocare con una sensualità più libertina, di contro la stessa paura frena gli uomini con il timore di essere considerati troppo indecenti, scostumati addirittura.
Liberare la propria sensualità, realizzare desideri, creare la complicità in cui far crescere voglie e capricci, è l’unico modo per vivere una sensualità appagante e il gioco di passare da coinvolgimenti più profondi a passatempi volti alla realizzazione più fisica del piacere, deve necessariamente far parte del rapporto di coppia.
E allora invece di stare a chiederci cosa penserà, l’invito è cominciare a chiedere direttamente: “cosa ne pensi se…”